Psicosinfonie nasce dall’incontro di ψυχή — respiro, soffio vitale, anima — e συμφωνία —accordo di suoni.
Psicosinfone è quindi l’accordo degli innumerevoli suoni che la nostra anima produce.
Suoni che vibrano dentro di noi, che facciamo da cassa di risonanza. Ma anche fuori, ad esempio attraverso i timbri e i colori della nostra voce.
Tutto è suono, dice la tradizione indiana. Nada Brahma.
E ogni suono ha una sua armonia, un suo accordo.
Oggi più che mai siamo talmente incentrati sulla ricerca della felicità (a prescindere che sia vera, presunta, reale o fittizia, consapevole, inconsapevole, istintiva, prestabilita…) da arrivare a considerare emozioni come la tristezza e la malinconia scorrette o addirittura malate, da curare*.
Un simile atteggiamento, oltre a farci sentire troppo spesso “sbagliati” o “manchevoli”, se non addirittura “malati”, ci priva di sonorità preziose che, se ascoltate con amore e accoglienza, possono creare, in armonia con tutte le altre, un concerto unico e irripetibile.
Un concerto universale di cui siamo solisti e parti dell’orchestra.
Melodie di gioia, dissonanze di dolore, ritmi di rabbia e pause di riflessione. Come una sinfonia, la nostra mente (psiche, anima, respiro, soffio vitale, ognuno le dia il nome che preferisce) è un’opera in continua evoluzione, composta da molteplici movimenti e sonorità. Non si possono censurare alcune note, anche se “dolenti”. Perché tutte, se ci si concede di ascoltarle non solo singolarmente, ma nel loro accordo, creano la nostra speciale armonia.
Psicosinfonie è uno spartito in cui nessuna nota viene censurata.
In cui ogni nota viene ascoltata e fatta risuonare singolarmente, ma anche in accordo con tutte le altre.
Psicosinfonie siamo tutti noi, in ascolto di noi stessi e degli altri.
*Tutte le emozioni, non solo la tristezza e la malinconia, quando raggiungono intensità tali da costituire un ostacolo serio e pericoloso alla vita, vanno prese molto seriamente e curate. Ma non è a queste che ci si riferisce.

