Ritratto in bianco e nero di David Lynch con un effetto di riflesso che sovrappone il suo volto a un paesaggio urbano. L'immagine evoca il tema del sogno e della percezione.

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By Psicosinfonie

Ho sognato David Lynch che sognava

David Lynch: il sogno e il segno

Già sognare David Lynch, un artista visionario, dalla magistrale capacità di intrecciare sogno e realtà, è ridondante… ma sognarlo mentre sta sognando è un parossismo all’ennesima potenza!
Un parossismo talmente parossistico che al risveglio non passa inosservato.
Tenendo conto della sua recentissima dipartita, il sogno appare come un segno.
Un invito a ricordare che non siamo solo quello che siamo di giorno, da svegli. Ma anche tutto quello in cui ci trasformiamo di notte, mentre sogniamo. E così la realtà.
Ci lamentiamo spesso della realtà, come se non ci bastasse, ci stesse stretta. Ma la realtà è anche fatta di sogno. È reale il fatto che tutti noi sogniamo. Quindi il sogno fa parte della realtà.
Rinchiudere il sogno nel mondo dell’irrealtà, e metterlo da parte come se non esistesse, ci priva di una parte importante di noi. Molto spesso quella più profonda e audace, schietta e temeraria.
Sognare David Lynch che sognava è un invito a ricordare che esiste di più, ed è un peccato non sfruttarlo. Relegando i nostri sogni a mere immagini prive di senso che non meritano attenzione, perdiamo quel di più che siamo.

David Lynch: il sogno e il cinema

Le sequenze oniriche di Mulholland Drive, in cui la linea tra sogno e realtà è volutamente sfocata, non sono puro estetismo. Servono a esplorare i desideri, le paure e le identità frammentate dei personaggi.

Anche in Twin Peaksi sogni hanno un ruolo cruciale, una portata fondamentale sulla realtà. È grazie alle visioni oniriche — popolate da personaggi enigmatici come il “Gigante” e il “Nano” — che l’agente Dale Cooper riceve importanti rivelazioni. Oltre ad aprire una finestra sull’inconscio collettivo e sulle forze oscure che permeano la cittadina di Twin Peaks.

David Lynch stesso ha spesso discusso l’importanza dei sogni nel suo processo creativo. Nel libro Lo spazio dei sogni, scritto in collaborazione con Kristine McKenna, Lynch esplora le sue esperienze personali e artistiche, sottolineando come le visioni oniriche abbiano influenzato profondamente la sua estetica e la sua narrativa.
Una narrativa che ci sfida a confrontarci con l’ignoto e l’inconscio, aprendo nuove prospettive sulla comprensione della psiche umana.

Le immagini potenti e suggestive che riesce a ricreare sullo schermo sono frutto della sua capacità di tradurre l’ineffabile linguaggio dei sogni. Immagini che non si lasciano soltanto ammirare nel loro fascino e nella loro bellezza, nella loro inquietudine perturbante, ma stimolano riflessioni su temi universali come l’identità, la memoria e il desiderio.
E cosa sono, i sogni, se non il luogo del nostro più autentico vero io? Dei nostri ricordi, magari proprio quelli che da svegli non riusciamo a ricordare? Dei desideri, soprattutto quelli che da svegli non vogliamo riconoscere?

Non credo nel rifugiarsi nei sogni, ignorando la realtà. Ma neppure nel contrario.
Credo nel dialogo vivo e creativo tra sogno e realtà.

Ho sognato David Lynch che sognava, e non è stato solo un sogno.

“I sogni sono come le poesie: esistono per essere interpretati.”

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