Sognare fa bene, a tutti e a tutte le età. Per fortuna tutti, a tutte le età, sogniamo sempre, anche più volte, quando dormiamo. Calcolando che anche i sogni che ci sembrano durare ore, in realtà si sviluppano in pochi secondi, sarebbe interessante quantificare quanti sogni facciamo nelle nostre vite e quanti pochi ne ricordiamo.
Sognare e ricordare
C’è chi dice di non fare sogni, chi di non ricordarli ma di avere la sensazione di farli, chi si sveglia di notte e cerca di fissarli nella memoria, trovandoli però svaniti al mattino. C’è chi ne ricorda alcuni frammenti, chi ogni tanto ne ricorda qualcuno bene, chi al risveglio se li scrive per non vederli svanire con il passare del tempo, chi vive la compagnia di sogni ricorrenti, chi ricorda più incubi che sogni.
Sognare con effetti speciali
I sogni sembrano comunque molto reali, e pieni di emozioni. Possono essere pieni di suoni, di colori. Si vivono esperienze di traslocazione da un luogo a un altro, di accelerazione e rallentamento temporale. Scene e personaggi possono essere identici a quelli che sono nella realtà, ma più spesso si trasformano in sovrapposizioni di maschere e scenografie degne di film con effetti speciali.
Regia, cast e pubblico
Data l’avvincente tridimensionale teatralità dei sogni, viene da chiedersi come i sogni funzionino e come, e se, chi sogna abbia il potere di intervenire per avere con essi migliori incontri e memorie. Si dice che ogni sogno — per bislacco, angoscioso, splendido che sia — abbia ogni volta una valida funzione. Se così fosse, quanto si perde nel dimenticarlo e nel non capire cosa rappresenta! Alla fine, siamo noi contemporaneamente i registi, gli attori e gli spettatori delle scene oniriche. Ma come può accadere tanta attività, se stiamo dormendo?
Come può succedere che i non vedenti sognino a colori e i non udenti sognino suoni? Dipende da memorie genetiche ed epigenetiche?
Nei sogni ci capita di rivedere luoghi e persone effettivamente reali, ma all’improvviso un particolare cambia la scena, gli esterni, le situazioni, e i personaggi non sono più gli stessi. Si può essere il personaggio principale di tutto il sogno, ma anche sognare senza esserci. In alcuni sogni le persone che nella vita crediamo di aver deluso, dimenticato, maltrattato o abbandonato, ci dicono tutte quelle parole che abbiamo sempre temuto, o voluto, ci dicessero. Altre volte siamo noi, nel sogno, che riusciamo a dire agli altri quello che pensiamo di loro.
Si possono fare sogni terribili, rimanendo in balia di pericoli, senza via d’uscita.
Per certi versi le nostre inconsce regie superano qualsiasi film horror, specie riguardo a indegnità relazionali: sogni in cui si dimenticano genitori, amici, partner, animali, figli piccoli, magari chiusi da qualche parte. L’angoscia e la paura negli incubi raggiungono a volte intensità acutissime, soprattutto quando il pericolo che ci insegue si avvicina sempre più mentre noi non riusciamo a fuggire.
Il materiale dei sogni
Dove prendiamo, come registi onirici, tanto materiale? Forse attingiamo addirittura alla memoria genetica di quando l’uomo era preda di animali feroci, o alle immagini di fiabe come Cappuccetto Rosso, o a quelle dantesche di Caronte “dimonio con occhi di bragia”.
Possiamo sognare di fuggire rallentati da gambe che si fanno sempre più pesanti, mentre il fiato del mostro si avvicina sempre più. O magari continuando a girare invano, per poi perderci in strade o luoghi sconosciuti. Possiamo sognare bizzarre scene erotiche, in cui l’orgasmo non arriva mai, o in cui si combinano frammenti di situazioni con vecchie fiamme e relazioni colpevolmente irrisolte. Ogni tanto mettiamo in scena sogni in stile cine-panettone o a lieto fine, di quelli che quando ti svegli — solitamente sul più bello — cerchi di riaddormentarti per continuare a sognare.
Conclusione
Gli esempi potrebbero essere talmente tanti che sarebbe bello, anche se utopistico, organizzare un festival in cui la gente racconta i propri sogni, o una biblioteca in cui, anonimamente, li scrive. Se accadesse, avremmo delle grandi sorprese riguardo le capacità oniriche di ricostruire nei sogni delle sensorialità così vive, e le profondità sconosciute dei corpo-pensieri.
In un vecchio film comico, in cui una poderosa voce fuori campo annunciava la prossima fine del mondo, una musichetta di sottofondo ripetitivamente cantava: “Bevete più latte, il latte fa bene, il latte conviene a tutte le età…”. Sarebbe il caso di modificarla in: “Sognate più spesso, sognare fa bene, sognare conviene a tutte le età…”.

