Uomo con sguardo pensieroso appoggiato su un divano, simbolo della depressione patologica e fisiologica. Foto di Khoa Võ.

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By Guido Buffoli

Depressione patologica e depressione fisiologica

Tra depressione patologica e depressione fisiologica il confine può essere molto sottile, nonostante gli esiti siano molto diversi sul benessere individuale.
La depressione patologica, parente minore della morte, si intabarra di tinte cupe: nero, buio, nessuna luce nello smarrimento, spaesamento, perdita della speranza, mancanza di un senso. Solitudine intesa come abbandono da parte degli altri, o propria incapacità di relazionarsi e raggiungere gli altri. Ancor peggio, come abbandono di se stessi, incapaci di raggiungersi e farsi compagnia. Parole e azioni si svuotano di senso… là dove è “buio e stridor di denti”.
Ma non sempre è così tetro.
Si parla di depressione maggiore e depressione minore, come sempre a indicare che ci sono tanti quadri intermedi, tendenze depressive, stati depressivi, oscillazioni e quadri misti in cui la componente depressiva può essere concausa di patologie, o esserne causata dalle stesse.

L’importanza della distinzione tra depressione patologica e depressione fisiologica

In termini psicodinamici, depressione patologica e depressione fisiologica si differenziano per la capacità dell’individuo di elaborare la perdita dell’oggetto e affrontare il lutto. La depressione patologica, infatti, impedisce tale elaborazione, bloccando il soggetto in uno stato di sofferenza senza apparente via d’uscita, mentre la depressione fisiologica può rappresentare un passaggio naturale di crescita.
La depressione come stato di disagio può essere presente a ogni età, anche in quella neonatale, e la si suddivide in fenomeni depressivi primari da zero ai sei mesi, e secondari dai sei ai diciotto mesi.
Si ripresenta poi nelle varie tappe di sviluppo a seconda di come vengono attraversate. Pensiamo all’ingresso al nido, alle paure notturne del buio, dei mostri, dei ladri, della morte, alle angosce edipiche all’incirca dopo i tre anni, ai timori di abbandono all’asilo, alla fase di latenza, alle ansie prepuberi e adolescenziali, alle tappe che riguardano le relazioni, i grandi amori, i fallimenti della coppia e la via dell’emancipazione.

Quando la depressione fisiologica è funzionale alla crescita

In mezzo a tutto questo grigio e buio che fa pensare alla cacciata dal paradiso terrestre e al destino di sofferenza della vita umana, distinguere tra depressione patologica e depressione fisiologica è estremamente importante, perché quest’ultima rappresenta il sale della terra.

Ogni nostra nuova conoscenza, infatti, richiede di confrontare ciò che si sapeva, o si credeva di sapere, con diverse visioni. E decidere di offrire una possibilità alle credenze precedenti, o di tralasciarle, o di costruirne di nuove, rinnovate grazie alle integrazioni tra le due. Per fare questo è necessario perdere l’oggetto precedente, o una parte di esso, affrontarne il lutto ed elaborare che questa perdita può portare a nuovi vantaggi e conoscenze.
Questo accade quotidianamente, sia nei nostri conflitti interni che in quelli esterni. Ascoltare passivamente le diverse voci che emotivamente ci pulsano dentro porterebbe al loro scontro, se il nostro Io non imparasse a mediare tra priorità, soddisfazioni, e la necessaria accettazione della perdita per un vantaggio comune a tutte le parti, anche se non in uguale misura. Perché l’Io assuma una funzione centrale di mediatore e di scelta di rotta, oltre alla capacità di saper ascoltare le diverse voci, ha bisogno di saper dialogare empaticamente con le rinunce e le perdite d’oggetto che propone loro, senza sottovalutare resistenze e diffidenza.
In questo modo, l’elaborazione depressiva assume una funzione sana. Quella di aiutare le singole parti a scoprire mete superiori che le fanno maturare ed emancipare — ciascuna secondo le sue possibilità — per una crescita autentica della persona e degli scambi sociali.

Conclusione

L’elaborazione depressiva personale — con le sue sconfitte, i suoi lutti e soprattutto con le sue vittorie — fornisce a noi stessi e agli altri, attraverso le dinamiche dei corpo-pensieri, un contributo importante alla fruibilità della saggezza depositata e a disposizione di ognuno nell’umanosfera.

Riconoscere la differenza tra depressione patologica e depressione fisiologica permette di individuare un senso più ampio alla sofferenza emotiva: accettare il dolore come parte integrante della crescita, senza restarne intrappolati, è il primo passo per trasformare l’oscurità in luce.

Foto di Khoa Võ: https://www.pexels.com/it-it/foto/calma-giovane-uomo-etnico-che-riposa-sul-divano-4016610/