L’identità non è un pezzo unico monocromatico. È un mosaico di tantissimi tasselli di colori diversi. In continuo movimento, in evoluzione. Nuovi tasselli che si aggiungono a quelli presenti e passati, che si spostano e si ricompongono in disegni animati.
Il dottor Guido Buffoli, nel suo ultimo libro Umanosfera. L’Amazzonia dei corpo-pensieri. Appunti di viaggio, utilizza proprio questa immagine per spiegare la natura e le dinamiche dei corpo-pensieri, di cui tutti noi siamo attivatori e ricettori, e dell’identità.
Il disegno del mosaico
«Il mosaico, pur essendo fatto da molti pezzi, alla fine si realizza avendo in mente un disegno preciso, senza il quale risulta complicato mettere in ordine le tessere.
Per quanto difficile, ognuno dovrebbe essere grato di essere stato messo al mondo dai propri genitori, non solo per il dono dell’esistenza, ma per aver ricevuto, in regalo con essa, diverse scatole di puzzle da milioni di pezzi attraverso i quali potersi connettere e navigare fra passato, presente e futuro.
Se invece si teme che queste miriadi di corpo-pensieri, come le ragnatele, possano essere trappole in cui rimanere invischiati, e che la vita stessa lo sia, diventa difficile sentire gratitudine.
Se poi, oltre a quello che abbiamo ricevuto in dote, consideriamo come comporre il mosaico dell’identità personale, il compito è veramente impegnativo.»
Riconoscere i tasselli del mosaico
«Si tratta infatti di scoprire nel cammino evolutivo ed edipico come i singoli tasselli, che compongono le immagini visive, sonore, non verbali ed emotive dei nostri genitori, ci facciano diversamente reagire, oscillando fra simbiosi, imitazione, dipendenza e indipendenza, piuttosto che lasciarci liberi di affrontare la realtà.»
Tasselli di egoismo e altruismo
«Nel mosaico, una volta tratteggiata identità e indipendenza, ci si può trovare a dover distinguere i confini dell’egoismo e dell’altruismo. Conviene occuparsi della propria casetta, oppure di quartieri e condomini più sociali? Tenere conto prevalentemente di sé o degli altri? Seguire le proprie linee, o dare più ascolto alle variabili, alle casualità, alle coincidenze, o alle aure dell’umanosfera?
Come si fa ad andare ognuno per la propria strada e percorrerla nel pieno dei talenti che ci sono stati dati, pur mantenendo il desiderio e l’onestà di avere rapporti speciali, amorosi, affettuosi con le persone a cui si vuole bene?
Ognuno per sé e Dio per tutti, ama il prossimo tuo come te stesso! Ma se non ami bene te stesso rischi di amare male anche gli altri, frase scontata ma poco compresa.»
Conclusione
«Per conoscersi davvero, capirsi e volersi bene, il tempo da trascorrere insieme per raccontarsi emozioni e corpo-pensieri non basta mai. Allo stesso modo, per conoscerti e per conoscere il mondo, quanto tempo hai dovere e diritto di stare con te stesso? Tante volte cerchi gli altri, ti tieni occupato per non stare con te stesso o viceversa. Può essere che il detto evangelico abbia intuito questi problemi e inteso suggerire una mediazione, riconoscendo appunto quanto tempo e impegno sono necessari per crescere nella via della conoscenza e dell’amore verso sé e gli altri. Va ricordato però che gli altri non sono solo quelli che vivono nel nostro tempo, ma anche a quelli che hanno dato sostanza all’umanosfera nei secoli.
Se si vogliono trovare gli amori più belli bisogna essere disposti a cercarli andando anche in capo al mondo, ha detto il personaggio di un film. Io aggiungerei anche in capo al tempo.»

