Uomo sorridente con segni sulla pelle lasciati dal sole dopo l'estate

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By Psicosinfonie

La fine delle vacanze lascia segni sulla pelle

L’estate ormai si è conclusa, e così il tempo delle vacanze. Che siamo stati via per settimane o giorni, anche solo poche ore, quel senso di “ferie” è svanito. Siamo tornati tutti al lavoro, anche chi non lavora. La routine ha ripreso il suo corso e i giorni appena passati sembrano distanti anni luce. Di loro non resta più nulla, solo i segni sulla pelle.

Non importa se siamo stati al mare, in montagna o semplicemente in città, esposti al sole andando a fare la spesa. Tutti portiamo addosso quelle tracce sottili che raccontano di un tempo diverso, di un’estate conclusa.

Tatuaggi temporanei, naturali, che tracciano linee di confine tra ciò che abbiamo esposto o riparato, protetto, esibito o nascosto.

Sono così visibili che possiamo riconoscere gli indumenti che abbiamo indossato, come una decalcomania sul nostro corpo.

Solo segni da sole?

Linee di demarcazione tra pallore e abbronzatura, tra protezione ed esposizione, ricamano la nostra pelle per mesi, anche sotto camicie e maglioni, cappotti e guanti.
Perché, anche se dell’estate e delle vacanze non ci ricordiamo più, le abbiamo vissute.
E tutto quello che viviamo lascia un segno.

Quelli lasciati dal sole sono segni visibili e riconoscibili, dettagliatamente interpretabili.
Estremamente netti e contrastati, se di sole ne abbiamo preso molto. O se la nostra pelle è particolarmente sensibile.
Squamati e secchi, se non abbiamo avuto l’accortezza di prenderci cura della nostra pelle anche dopo averla esposta ai raggi uv. Morbidi e appena percettibili, se siamo stati attenti sia durante l’esposizione sia dopo.

I segni sulla pelle lasciati dal sole sono evidenti, e ci dicono esattamente come sono andate le cose. Come lo “abbiamo preso” e come abbiamo reagito.
Ma i segni che vengono lasciati sulla nostra pelle non sono solo segni da sole.
Ogni volta che ci esponiamo, su di noi si imprime un segno.

L’abbronzatura dell’anima

Come il sole ci arrossa o ci scurisce anche se non ci esponiamo con intenzione o per tempi prolungati, anche se ci proteggiamo, così la vita ci segna continuamente, che lo vogliamo o no. Che ce ne accorgiamo o no.
Non solo i grandi eventi della vita, ma anche tutti quelli a cui neppure facciamo attenzione.
Anche quelli che sottovalutiamo.
Un piccolo scambio di parole, un breve incontro, uno sguardo, un tono di voce, lasciano tutti un segno dentro di noi.
Una traccia sotto pelle che non si vede a occhio nudo, ma che se affiorasse in superficie disegnerebbe il nostro corpo esattamente come lo disegna l’abbronzatura.
Mostrandoci esattamente quanto ci siamo esposti e come abbiamo reagito.
Quanto in realtà ne siamo stati toccati.
E trasformati.

I pensieri hanno un corpo e prendono il sole

Se i pensieri hanno un corpo, e lo hanno, come sostiene il dottor Guido Buffoli, si abbronzano anche loro, come la pelle.
I corpo-pensieri non sono entità astratte, non resistono immutabili e refrattari agli agenti esterni.
Portano anche loro addosso i segni della vita. E di questa estate.
Che ormai è finita.
Ma solo se non ci pensiamo più.

I segni che il sole di questa estate ci ha lasciato sulla pelle sono più facili da riconoscere.
Ma se facciamo uno sforzo siamo in grado di riconoscere anche quelli sul corpo dei nostri pensieri.
Che è l’unico modo per conoscere davvero noi stessi.

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