Sala di cinema vuota illuminata da un fascio di luce, simbolo della nostalgia di ciò che non abbiamo mai vissuto.

Articoli

By Psicosinfonie

La nostalgia di qualcosa che non abbiamo mai vissuto

Quando la nostalgia non ha un passato

La nostalgia, per definizione, è il sentimento che accompagna il ricordo di qualcosa che non c’è più. Un tempo, un luogo, una persona, una sensazione. È memoria e mancanza insieme, presenza che si consuma nel suo stesso ricordo.

Eppure, esiste una forma di nostalgia che non appartiene a ciò che è stato, ma a ciò che non è mai stato. Una nostalgia che sembra contraddire se stessa: come si può avere nostalgia di qualcosa che non abbiamo mai vissuto?

È un sentire sottile, che non si lascia afferrare del tutto. Un vuoto che ha la consistenza di una promessa non mantenuta, di un incontro mancato con una parte di noi. Forse è il sentimento più poetico e misterioso che possiamo provare: la nostalgia di una parte di noi che non è mai stata nostra. Una sensazione più delicata del rimpianto, come il desiderio di voler rivedere, non vedere, un film che non abbiamo mai visto.

Il paradosso del “non vissuto”

Non si tratta semplicemente di desiderio o di mancanza. Il desiderio tende verso ciò che vogliamo, la mancanza verso ciò di cui abbiamo bisogno. Ma la nostalgia di qualcosa che non abbiamo mai vissuto è diversa: è un sentire senza oggetto, una fitta che affiora da un punto indefinito della memoria, come se ricordassimo un sogno mai sognato.

Forse nasce da un’intuizione profonda: quella di un possibile non realizzato, di una vita che avremmo potuto vivere e non abbiamo vissuto. O di un amore che, pur non accaduto, ci appartiene come se lo avessimo perduto.

È il dolore lieve di chi riconosce una parte di sé in qualcosa che non gli è mai concretamente appartenuto. Eppure, quella parte esiste, palpita, e ci chiama da un altrove che non sappiamo nominare. In questo senso, la nostalgia del “non vissuto” è una forma di fedeltà: fedeltà a ciò che avrebbe potuto essere.

Un sentimento antico come il tempo

In fondo, la nostalgia di ciò che non è mai stato potrebbe essere una forma di memoria ancestrale, il richiamo di qualcosa che ci precede, che è iscritto nel nostro modo di sentire il mondo.

Ci sono luoghi che non abbiamo mai visto, melodie che non abbiamo mai sentito, parole che non abbiamo mai detto, ma che ci sembrano familiari. È come se in ognuno di noi esistesse una geografia emotiva di cose mai accadute ma che sentiamo come nostre.

Forse è il modo in cui l’inconscio tiene viva una storia che non si è mai potuta raccontare, ma che continua a bisbigliare dentro di noi. Alcuni la chiamano malinconia, altri senso del destino. Ma in entrambi i casi è un dialogo muto tra la vita che abbiamo e quella che non abbiamo avuto il coraggio o la possibilità di vivere.

Mancanze che ci appartengono

Perché sentiamo questa nostalgia senza oggetto? Forse perché racconta una parte di noi che non ha trovato spazio nel reale, ma che continua a cercare il suo posto.
È possibile che la nostalgia di ciò che non abbiamo mai vissuto non sia altro che la memoria di un sé possibile, la traccia di una vita interiore rimasta in sospeso.

E allora ci chiediamo: può la nostalgia essere una forma di conoscenza? Un modo in cui l’anima ci segnala qualcosa che abbiamo dimenticato, anche se non lo abbiamo mai vissuto?
Forse sì. Forse la nostalgia di ciò che non è mai accaduto è il modo in cui il nostro mondo interno ci ricorda che non tutto ciò che conta è accaduto davvero. Che anche l’inespresso, il non vissuto, il mai iniziato hanno diritto di esistere nella nostra memoria.

La conclusione del dottor Buffoli

Abbiamo chiesto al dottor Guido Buffoli se esiste una nostalgia “senza oggetto”, di un nostro passato che non abbiamo mai vissuto, di qualcosa di nostro che non abbiamo mai avuto.

La sua risposta:

“Direi che è quello che succede più spesso, anche se più che di nostalgia si tratta di avere una sgradevole sensazione di cose sospese, relegate, che ci danno un senso indefinito di averle abbandonate. E con esse parte di noi.”

Vuoi approfondire?