Illustrazione di un labirinto illuminato su sfondo nero, simbolo della complessità della vita e delle molteplici vie per comprenderla.

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By Guido Buffoli

La complessità nella sua complessità

Riconoscere la complessità

Non è utile negare e farsi spaventare dalla complessità della vita, delle cose, delle persone, della realtà, a meno che non vogliamo relegarci in spazi di vita e di pensiero sempre più ristretti.
La comprensione non è impossibile, ma dipende da come e quanto riusciamo a integrare tutti i contributi sparsi della scienza e del pensiero che trattano minuziosamente aspetti particolari e settoriali.
Per capire la complessità dell’essere umano e della natura, si potrebbero utilizzare modelli matematici, soprattutto per quanto riguarda l’enormità delle variabili. Alcuni studiosi hanno cercato di usare questo linguaggio per unificare i contributi derivati da discipline differenti. Ma non è risultato semplice raggiungere livelli di dialogo matematico condiviso, e riuscire a riconoscere chiaramente le differenze fra segno e simbolo.

La complessità nella storia

In un passato lontano, la figura dello scienziato — il pensatore — raggruppava le conoscenze filosofiche, matematiche, astronomiche, umanistiche, musicali. Attraverso questo tipo di approccio integrato, alcuni di loro hanno avuto intuizioni geniali e raggiunto notevoli risultati.
Con il passare dei secoli, però, il progresso ha portato a una sempre maggiore specializzazione, per quanto riguarda la ricerca e il sapere. Le discipline e i settori si sono distinti con nettezza, separandosi tra loro a tal punto da risultare completamente scollegati. E questo ha indubbiamente permesso di ottenere risultati rapidi e accurati, ma a scapito di quella visione d’insieme che allarga gli orizzonti e le capacità d’interpretazione e comprensione generale.

La complessità di una nuova vita

Riconsiderare la complessità del concepimento, della nascita e delle fasi importanti dello sviluppo della persona — senza la pretesa di voler consigliare di diventare tuttologi o geni — può essere un’occasione per raggiungere visioni integrate che ci aiutino a migliorare noi stessi e gli altri.
Il concepimento di una nuova vita ha bisogno della nostra attenzione per preparare il neonato a entrare in una nuova realtà, visto che prima della nascita pensiero e linguaggio non ci sono. Necessita di poter contare su tutte le sue potenzialità per non diventare una persona fragile, incapace di arrivare a una propria indipendenza. Tutto questo, senza essere troppo pessimisti, anche per affrontare i molti modi in cui la società tende a schiavizzare l’individuo. Interessarsi a che questo avvenga il meno possibile è utile a noi e al neonato.

La complessità nelle favole

Sempre per un pensiero integrato che pesca nelle varie correnti del pensiero umano, a proposito del concepimento esistono molte favole, in ogni paese. Favole in cui si narra di genitori che non riescono ad avere figli, pur desiderandoli moltissimo, e alla fine ci riescono, dopo varie traversie, grazie a un intervento magico, un miracolo, un premio per un loro atto di bontà o una particolare preghiera… Favole in cui i figli nascono in condizioni a dir poco surreali, con caratteristiche singolari o addirittura speciali, senza tralasciare fasi di sviluppo prodigiose e atipiche… bambine che rimangono piccolissime pur crescendo, o bambini che in una settimana diventano giganti…

Coloro che hanno scritto queste favole non erano scienziati, eppure, grazie alla loro visione libera e creativa, integrata, hanno dimostrato intuizioni legate alla complessità.