La depressione è un male oscuro e silenzioso che attraversa le epoche e le culture, di cui filosofi, psichiatri e pensatori hanno molto parlato. Ma a cui anche molti artisti hanno dato voce nelle loro opere e creazioni.
Depressione e arte
Vincent van Gogh — tra i più celebri pittori del tormento interiore, evidente in molti dei suoi autoritratti — scrisse in una lettera al fratello Theo: “La tristezza durerà per sempre”, lasciando intuire la sua battaglia con la depressione. Allo stesso modo, Edvard Munch, con L’urlo, ha rappresentato l’angoscia esistenziale e il senso di isolamento che lo pervadeva, segnando il suo stile espressionista.
Anche Francisco Goya, nelle sue Pitture nere, ha trasposto sulla tela incubi e tormenti interiori, creando immagini di inquietante intensità.
Nella scultura, Auguste Rodin con Il pensatore ha dato forma fisica alla riflessione e alla sofferenza interiore, mentre Alberto Giacometti, con le sue figure allungate e solitarie, ha reso la fragilità dell’esistenza umana. Più recentemente, artisti contemporanei come Damien Hirst e Louise Bourgeois hanno esplorato la depressione e il trauma attraverso installazioni e sculture dal forte impatto emotivo.
Depressione e letteratura
Gli scrittori hanno spesso esplorato la depressione nelle loro opere, offrendo rappresentazioni profonde della sofferenza psicologica. Uno degli esempi più celebri è Le notti bianche di Fëdor Dostoevskij, in cui il protagonista vive un’angoscia esistenziale che lo porta a isolarsi dalla realtà. Virginia Woolf, che soffriva di gravi crisi depressive ed è morta suicida, ha descritto con incredibile lucidità il malessere interiore nei suoi romanzi, tra cui La signora Dalloway e Le onde. Sylvia Plath, nella sua opera La campana di vetro, ha lasciato un ritratto vivido della depressione femminile, raccontando l’oppressione di un mondo che non comprende il dolore psicologico.
Più vicino ai giorni nostri, David Foster Wallace, anche lui afflitto da una grave depressione e morto suicida, ha esplorato il tema della depressione con una profondità disarmante, definendola “una prigione con pareti invisibili”.
Anche in Italia il tema della depressione è stato affrontato con grande intensità.
Giovanni Pascoli, con il suo nido infranto, ha espresso un’angoscia profonda, segnata dalla perdita e dal senso di solitudine.
Elsa Morante, ne L’isola di Arturo, parla del senso di abbandono e della difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo. Dino Buzzati, con Il deserto dei Tartari, esplora il tema dell’attesa e della frustrazione, evocando un senso di vuoto e di inquietudine che si avvicina alla depressione.
Primo Levi, sopravvissuto all’orrore dell’Olocausto, scrisse parole che riecheggiano il buio interiore: “Chi è stato in un abisso ne porta sempre la traccia”.
Questo senso di alienazione e solitudine è centrale nel pensiero esistenzialista di Jean-Paul Sartre, che ne La nausea descrive la vita come un susseguirsi di momenti privi di significato.
La depressione nella musica
La musica più che mai ha dato voce alla depressione, trasformando il dolore in arte.
All’ultima edizione di Sanremo, Fedez ha portato sul palco una canzone che affronta apertamente questo tema. Con le sue metaforiche lenti nere, ha cantato un verso emblematico: “Vedo nero anche il cielo”.
Prima di lui, Kurt Cobain ha espresso il tormento della depressione in brani come Something in the Way e Lithium, mentre Amy Winehouse, con Back to Black, ha dipinto un quadro struggente di solitudine e dipendenza.
Tornando alla musica italiana, Tiziano Ferro ha trattato il tema con grande sensibilità, come in Scivoli di nuovo, dove si parla di una malinconia profonda e persistente. Vasco Rossi, in Anima Fragile, esprime la vulnerabilità di chi si sente perso, mentre Fabrizio De André in Cantico dei drogati descrive il senso di vuoto e alienazione con una poetica intensa.
Conclusione: dare voce alla depressione
La depressione è un fenomeno complesso, che riguarda sempre più persone.
Parlare apertamente di depressione è fondamentale per superare lo stigma e aiutare chi ne soffre a trovare il supporto necessario.
La depressione è un male che, se taciuto, diventa ancora più opprimente.
Il fatto che l’arte in generale affronti questo tema è molto importante. La musica in particolare, visto che è la forma, non solo più popolare, ma anche in grado di darle “voce” concretamente.
Come dice Emil Cioran ne Il funesto demiurgo: “Non si abita un paese, si abita una lingua. E questa è la depressione: non trovare più una casa nelle parole”.
Aggiungerei: “nella voce”.
Foto di Raphael Brasileiro: https://www.pexels.com/it-it/foto/volto-dell-uomo-2401442/

