Riconoscersi in un segno o in un sogno
Ormai tutti sappiamo che nei sogni sono racchiusi preziosi misteri che ci riguardano. Sappiamo che lavorare sui sogni, sul loro simbolismo e sui loro significati, ci potrebbe permettere di conoscere più a fondo noi stessi. Eppure, ci viene più spontaneo riconoscerci nei nostri segni zodiacali che nei nostri sogni personali.
Ora, senza nulla togliere all’astrologia, che come tutte le cose — compresa la psicoanalisi stessa — può essere una cosa più o meno seria, i nostri sogni, a differenza dei nostri segni, sono totalmente personali ed è impossibile generalizzare, creare delle categorie. Certo, anche per i segni zodiacali esistono peculiarità — ascendente, tema natale… — ma diciamo che i segni zodiacali esistono proprio come categorie, che raggruppano le varie caratteristiche umane. I sogni, a meno che non si faccia riferimento a cabala, smorfia e affini, non possono essere categorizzati in alcun modo. Lo stesso sogno, fatto da due persone, non è lo stesso sogno. Non ha lo stesso significato. Il sogno è una creazione intima, un abito sartoriale fatto su misura da noi stessi su noi stessi. Il modello può essere uguale, ma non il modo in cui lo indossiamo. Se tutti sognassimo di rincorrere un gatto, innanzi tutto probabilmente sogneremmo un gatto diverso. Un gatto randagio o con pedegree, rosso, maculato, grigio, nero, bianco, a pelo lungo o corto, grande, vecchio, piccolino… E correremmo a velocità diverse. Trafelati o con passo cadenzato, sulle punte o sui talloni…. Con scarpe diverse. Sui tacchi, in ciabatte, con comode sneakers… In luoghi diversi. Nei vicoli di un borgo medievale, sulla corsia d’emergenza di un’autostrada, lungo il pendio di una montagna, su una spiaggia… Qualcuno potrebbe rincorrerlo per afferrarlo, qualcun altro semplicemente per seguirlo, qualcun altro ancora per spaventarlo e farlo scappare via… Ma, soprattutto, qualcuno potrebbe rincorrere un gatto con spensieratezza, qualcun altro con curiosità, o con spavento, con desiderio, con rabbia… Se al risveglio, provassimo anche solo a ripercorrere il sogno fatto, andando nelle direzioni che le libere associazioni ci indicano, potremmo capire parti di noi che tendono a sfuggirci o che noi stessi fuggiamo.
Il sogno e l’inconscio
Senza entrare nell’abito delle neuroscienze e delle loro più attuali scoperte riguardo le attivazioni cerebrali in fase REM, e restando più sul “classico”, che si sia più freudiani o junghiani, il sogno rimane la nostra porta d’accesso all’inconscio. Al nostro “profondo”.
Certamente, l’aiuto di uno psicoanalista che ci guidi nell’intrico delle nostre libere associazioni, magari facendoci soffermare nelle radure che noi da soli non riusciamo a scorgere, è fondamentale se desideriamo intraprendere seriamente questo percorso personale. Ma già solo stare in ascolto delle nostre sensazioni al risveglio da un sogno, o ripercorrere quelle provate durante quel sogno, può farci scoprire o intuire parti di noi che potrebbero rimanere nascoste per tutta la vita.
E se anche non riusciamo a scoprirle o intuirle, quelle parti nascoste così preziose e tutte nostre, considerare i nostri sogni come parti di noi in cui ci siamo proprio noi, se non altro ci può far porre delle domande che altrimenti non ci porremmo. E porsi una domanda è il primo passo per trovare una risposta.
Il sogno non è un momento di sospensione da noi stessi, ci appartiene come il pensiero.
Sognare non è meno serio di pensare.
Parafrasando liberamente le parole di Pontalis, crediamo davvero di stare soltanto sognando, quando sogniamo, e di stare solamente pensando, quando pensiamo?


Per aspera ad astra… con rispetto per l’astrologia, mi interessa di più come tentativo della persona di comprendere nella piccola circonferenza dei suoi occhi l’immensità dell’orizzonte e della volta celeste. Enormi complessità che, come nell’arte, possono essere sinteticamente raffigurate in forme semplici piene di corpo-pensieri. Astrologia e interpretazione dei sogni sono legate insieme dal bisogno di comprendere e dare ordine alla complessità. Quante sono le stelle e quanti i corpo-pensieri della nostra mente? La persona può corpo-pensarci grazie alle intuizioni, anche senza ricorrere ai computer o alle indubbie potenzialità dell’intelligenza artificiale. Siamo grati ai sogni, senza non possiamo sopravvivere, conservano per noi emozioni e ricordi che crediamo di non tollerare, ce li restituiscono attuti, mascherati, frazionati, affinché possiamo riprenderceli. I sogni elaborati nell’Amazzonia del nostro inconscio ci restituiscono tanti frammenti di libere associazioni e di tutte quelle rapidissime radarizzazioni che la mente fa continuamente. Ma la funzione più magica dei sogni sta nel modo in cui riescono a spaventarci così realisticamente, e nel darci la possibilità di rincontrare, come fossero vivi, coloro che abbiamo amato e non ci sono più.