Riscoprire Edipo: oltre il mito
Il complesso di Edipo, concetto centrale nella psicoanalisi, affonda le sue radici nelle tragedie greche. Rileggere questi estratti da Edipo e dopo? del dottor Guido Buffoli permette una comprensione più profonda del perché la storia di Edipo abbia ancora molto da dire nelle dinamiche psicologiche personali, familiari e sociali.
«Edipo, che storia! Un sacco di spunti: il complesso edipico, un termine presente nel linguaggio comune, ma chi si prende la briga di saperne di più? Ammetto che da allora non avevo più riletto le tragedie che lo riguardavano e ho rimediato riaffrontando, con testo greco a fronte che fa differenza, l’Edipo Re, l’Edipo a Colono, l’Antigone e, per affinità di cui spiegherò, anche l’Eracle di Euripide.»
L’arte come testimonianza del conflitto edipico
«Ricordo in un museo in Grecia un paio di anfore ocra e nere su cui campeggiavano scene della tragedia edipica: Edipo e la Sfinge, il suicidio di Giocasta, l’accecamento di Edipo.»
L’iconografia antica, come le anfore greche, testimonia l’importanza culturale delle vicende di Edipo, evidenziando come il complesso di Edipo sia stato rappresentato e tramandato nell’arte.
Freud e l’eredità archeologica
«Coincidenze: molto più tardi leggendo un libro molto interessante, Psicoanalisi e archeologia, ho scoperto che nella grande collezione di Freud c’era un vaso attico raffigurante Edipo e la Sfinge con dei criptici indovinelli.»
Sigmund Freud, padre della psicoanalisi, possedeva reperti archeologici legati a Edipo, a sottolineare il legame tra il mito e la nascita del concetto di complesso di Edipo nella teoria psicoanalitica.
L’infanzia e le radici del complesso di Edipo
«Fin da piccolo ero molto attratto emotivamente da oggetti che credevo avessero una storia e fossero antichi. Mi sembrava emozionante avere una specie di chiave del tempo e dell’appartenenza a una varia umanità con tutte le sue storie — in fin dei conti, affamato di cose della vita, ero ben colpito dai mitici racconti dalle sventure umane e ancora di più dai litigi fra dei e semidei. Ma come, anche loro! Li paragonavo alle litigate fra i genitori e fra fratelli per capirci qualcosa… che ci voleva allora per riuscire a vivere bene?»
Gli individui, le famiglie, le coppie, si evolvono. Eppure, il mito di Edipo racconta una storia perfettamente traducibile nelle dinamiche attuali di tutti noi.
Freud, l’inconscio e il complesso di Edipo
«Anche Freud nel suo studio teneva numerose statue e reperti antichi, egizi, cinesi, greci, romani e precolombiani, a formare un personale museo sommando la passione per l’archeologia a quella della scoperta dell’inconscio considerato fin dall’antichità. «Il nucleo dell’inconscio psichico è formato dall’eredità arcaica dell’uomo» scriveva in un articolo lo psicoanalista — fin da giovane affascinato dalla storia degli eroi e preso anche lui dai confronti idealizzati con i suoi familiari — che nella sua autoanalisi si occupò con grandi intuizioni dei suoi conflitti edipici utilizzandoli per costruire l’impalcatura portante delle sue teorie psicoanalitiche.»
Freud riconosceva nel complesso di Edipo una componente fondamentale dell’inconscio umano, derivante da un’eredità arcaica che si manifesta nelle relazioni familiari e nei conflitti interiori.
Il mito di Edipo come metafora della crescita
«“Qual è quell’essere che al mattino cammina a quattro zampe, a mezzogiorno su due, alla sera su tre”? chiedeva la Sfinge, “la crudele cantatrice”, l’orribile bestia metà donna e metà leone. Se non rispondevi, ti sbarrava la strada. Se sbagliavi, zac! Eri morto. Edipo, forse con la fortuna dei principianti, senza pensarci troppo azzeccò la risposta giusta facendo morire la vecchia arpia dalla rabbia — eppure non diventò mai un vero eroe eterno, anzi, alla fine sparì dietro le quinte.»
L’enigma della Sfinge rappresenta le fasi della vita umana, ed Edipo — quasi istintivamente, più che razionalmente — la intuisce. Tuttavia, la sua successiva caduta evidenzia la complessità del percorso di crescita e le insidie del destino.
Il rischio di dimenticare il complesso di Edipo
«Così, il complesso e il conflitto edipico, per come intesi e genialmente intuiti dal padre della psicoanalisi ispirandosi alla tragedia di Sofocle, dopo aver avuto grande rilevanza per il pensiero psicoanalitico e per la conoscenza del mondo pulsionale infantile, corre il rischio di essere confinato fra i reperti storici della cultura e della vetero-psicoanalisi, come le belle anfore e i bassorilievi dei musei.»
Nonostante la sua importanza storica, il complesso di Edipo rischia di essere trascurato nella psicoanalisi contemporanea. E questo, a sua volta, rischia di farci perdere uno strumento interpretativo personale di grande valore e attualità.
Il “preconscius” e l’influenza del complesso di Edipo
«Il preconscio, assommato al “preconscius”, termine coniato da me per rappresentare la summa multimediale delle diverse intuizioni umane che ci circondano anche in modo epigenetico, mi suggerisce che le psicodinamiche rappresentate in questo mito sono più che molte. Ci accompagnano per tutta la nostra esistenza e, a seconda di come le riconosciamo o se le riconosciamo, condizionano chi diventiamo e con chi ci accompagniamo, rimpolpando il nostro inconscio delle scelte non capite, non fatte o lasciate in sospeso, spesso perdendo la chiave delle memorie dell’archivio scritto e dei dischetti audio.»
Il concetto di “preconscius” amplia la comprensione del complesso di Edipo, evidenziando come le dinamiche edipiche influenzino le nostre scelte e relazioni nel corso della vita, spesso in modo inconscio.
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Sailko, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

