Nell’umanosfera è raccolto un immenso patrimonio. Il patrimonio umano, fatto di tracce, memoria, impulsi, corpo-pensieri, intuizioni, energie, che attraversano il tempo e le generazioni.
I brani estratti dall’ultimo libro del dottor Guido Buffoli, Umanosfera. L’Amazzonia dei corpo-pensieri. Appunti di viaggio, ci raccontano come questo immenso patrimonio umano fluisca tutto intorno a noi, sempre a nostra disposizione.
«I versi di una canzone dicevano: “Quando il vento dell’Est mi porterà il profumo dei capelli suoi…” Come a dire che si volesse affidare a questo elemento mutevole della natura — il vento — il compito di raccogliere ciò che temiamo di perdere.»
C’è qualcosa di profondamente umano nel voler affidare al vento i nostri ricordi, le emozioni, i profumi, i pensieri, le intuizioni. Un gesto poetico, ma anche un meccanismo di sopravvivenza. Il vento diventa custode di ciò che non vogliamo svanisca: l’immenso patrimonio umano, fatto di tutto quello che l’essere umano è nel suo essere umano. A disposizione dell’umanità.
Sperare in venti di saggezza
«Perché allora non poter sperare in venti che portino refoli di saggezza, piuttosto che essere sbattuti di qua e di là dalle tempeste?»
La domanda è retorica, ma potente. In un mondo in lotta, dove i venti sembrano solo distruggere o confondere, possiamo ancora credere che esistano correnti favorevoli, portatrici di saggezza? Sì, dobbiamo solo imparare ad ascoltarle. E alimentarle. Il patrimonio umano raccoglie tutto ciò che noi “produciamo”, non discerne, non giudica, non seleziona. Siamo noi che possiamo, con i nostri pensieri, azioni ed emozioni, nutrirlo con cibo sano, invece che con cibo spazzatura.
L’umanosfera come campo di scambio
«I contributi che, nel bene e nel male, hanno costruito l’umanosfera nel corso dei millenni possono provenire da tante parti e hanno dovuto amalgamarsi in diverse miscele.»
L’essere umano vive immerso in una dimensione collettiva fatta di pensieri, emozioni, azioni. L’umanosfera è questa rete multimediale in cui circolano esperienze, memorie, intenzioni, corpo-pensieri, intuizioni. È il luogo in cui fluisce il patrimonio umano. Un patrimonio composto tanto da ideali nobili quanto da errori e orrori, che si mescolano, si sedimentano e riaffiorano.
I linguaggi della memoria
«Quello che stupisce è come, oltre ai corpo-pensieri nascosti, sbiaditi, o riposti in angoli dimenticati, quelli raccolti nei linguaggi dell’arte, della letteratura e perfino della scienza, portino con loro tracce di antichi palcoscenici in cui sono stati rappresentati drammi, satire, monologhi e provini, replicati per secoli.»
La cultura è uno dei veicoli privilegiati del patrimonio umano. Arte, letteratura, scienza: ogni disciplina registra, interpreta e trasmette ciò che siamo e siamo stati. Non solo. Intuisce senza sapere. Replica originalmente, senza plagio. I “palcoscenici antichi” sono cicli che si ripetono, maschere che cambiano volto ma non funzione. E così, anche le emozioni più intime diventano condivise, collettive. A disposizione di tutti.
Scambi tridimensionali tra individuo e collettività
«Se i pensieri si materializzano in corpo-pensieri, in forme di energia e di contributi all’epigenetica, si potrebbe pensare che esista una dinamica simil-metereologica di scambi in senso tridimensionale, fra la persona, gli altri, l’umanosfera e viceversa.»
Il patrimonio umano non è statico. È un fluire continuo, una corrente che passa attraverso il corpo, le relazioni e la storia. Si nutre dell’epigenetica tanto quanto dei gesti quotidiani. In questa visione, ogni nostro pensiero o emozione è già un contributo, un’offerta al vento che lo porterà altrove.
Appartenenza e orientamento
«Allora, a seconda dei limiti personali, riuscire a interagire con l’umanosfera può creare altre profondità, un senso vitale di appartenenza e condivisione sociale spontanea. Si scoprono aiuti che possono risvegliare un migliore istinto, sostenuto da bussole e sestanti più efficaci.»
Interagire con il patrimonio umano aiuta a sviluppare un senso di orientamento. A sentirci stabili, nello scambio continuo di ciò che è stato prima di noi, di ciò che è, e di ciò che sarà dopo di noi, grazie a noi.
Siamo tutti portatori di vento
«Sia che si tratti di marinai d’acqua o di terra, proviamo a immaginare cosa voglia dire trovare un modo di poter usufruire della summa di esperienze, negative e positive, di tutti quei viaggiatori ed esploratori che ci hanno preceduto nel cammino umano.»
Non serve essere filosofi o artisti per lasciare un segno. Ognuno, con il proprio vissuto, è parte attiva di questo patrimonio. Le nostre scelte quotidiane, i gesti minimi, sono contributi magari piccoli, ma potenti. Siamo contemporaneamente creature e creatori dell’umanosfera.
Mary Poppins nel vento dell’umanosfera
«La persona — spesso senza rendersene conto, semplicemente con il suo pensare emotivo — pur con tutti i suoi difetti fornisce diversi contributi ai venti dell’umanosfera. Una metafora intuita e rappresentata anche dalla favola di Mary Poppins, che arrivava e se ne andava quando cambiava un certo vento, riconosciuto solo da un vicino di casa, un vecchio lupo di mare in pensione.»

